venerdì 15 giugno 2018

Minaccia alla Terra.






Nella Sala Operativa del Comando Interforze Internazionale tutti erano tesi e concentrati sui monitor, ogni tanto qualcuno si alzava dalla sua postazione per raggiungere quella del collega chiedendo pareri, conferme, novità, consigli.
Agli alti comandi nessun ufficiale superiore voleva prendersi la responsabilità di relazionare al Comandante Supremo circa le possibili operazioni strategiche da mettere in atto.
La vicenda era troppo complessa, la Terra era sotto minaccia, le tensioni avevano superato ogni limite, la popolazione ancora all’oscuro iniziava ad intuire qualcosa, tra un mix di complottismo e verità diverse voci giravano ed agli alti comandi non sapevano più che pesci prendere, non ci si poteva fidare neanche delle notizie ufficiali.
Quelle stesse voci avevano indicano nel Maresciallo Miguel Diaz come colui che aveva capito cosa fare. Lui aveva la possibile soluzione visto che conosceva bene la situazione dal momento che l’aveva predetta anni prima quando nessuno gli diede ascolto prendendolo per pazzo. Era giunta l’ora di dimostrare al mondo che aveva ragione.

Nella Sala Operativa del Comando Interforze Internazionale il Maggiore Consoli si alzò e si diresse presso la postazione del Capitano Kuznetsov, si chinò per osservare il suo monitor ed una goccia di sudore dovuta più alla tensione che al caldo cadde sulla scrivania del capitano che nel frattempo scuoteva la testa, i dati presenti sul monitor non lo confortavano, il Maggiore Consoli sospirò e sempre curvo in avanti tornò presso la sua postazione.
Appena seduto riprese con la mano destra il mouse, solo un secondo per osservare il monitor e la disperazione prese il sopravvento, con l’altra mano tra i capelli volse lo sguardo vuoto verso la tastiera, le lettere iniziarono a sfocarsi e la mente sempre più confusa sembrava ad un gommone senza remi e motore in mare aperto.

La cabina adibita all’hardware ricavata tramite pannelli nella Sala Operativa veniva usata anche come spogliatoio, tra server e computer sempre accesi refrigerati costantemente da un condizionatore, c’era anche spazio per una sedia ed un paio di armadietti.
Da lì uscì il Maresciallo Diaz, possente, alto, sulla mezza età, capelli brizzolati corti e ondeggianti ben tenuti. Si tolse gli occhiali scuri ed i suoi occhi, spalancati, esprimevano sgomento.
Il volto era serio, leggermente arrabbiato, convinto di se ma con pizzico di confusione, vi erano dei dubbi e gli uomini della Sala Operativa lavoravano per colmare quel vuoto.
Il Maresciallo Diaz, uscendo dal gabbiotto refrigerato, sentì subì l’ondata di calore, aveva voglia di sbottonarsi la giacca della Grande Uniforme, ma al contrario, lentamente, allacciò anche l’ultimo bottone.
Serviva la Grande Uniforme per relazionarsi con il Comandante Supremo e sarebbe stata la prima volta da parte di un sottufficiale che, scavalcando sia gli ufficiali che gli ufficiali superiori, aveva dimostrato di saperne più di tutti.
Si rimise gli occhiali per mascherare quello sguardo e si pose davanti allo specchio, si osservò e con la cravatta ancora non allacciata a penzoloni sul collo accarezzò le spalline con i gradi come per lucidarli per poi raddrizzare, con indice e pollice, il medagliere delle missioni e dei corsi speciali posto sopra la tasca sinistra della giacca.

All’improvviso il Tenente Tom Bailey, seduto davanti al monitor, alzò la mano e lo sguardo si diresse verso i presenti. Eureka, esprimeva il suo volto.
Il primo a notarlo fu il Colonnello Dupont che si alzò.
Lo seguì il Capitano Kuznetsov che con la punta dell’occhio aveva notato il Colonnello in piedi e, subito dopo, sentendo il rumore dei passi anche il Maggiore Consoli si riprese dallo sconforto e si diresse presso la postazione multimediale del Tenente Bailey.
Ciò che videro sul monitor del tenente li sorprese, il loro volto cambiò, si guardarono a vicenda compiaciuti, piano piano sparì la tensione, anche il Maresciallo Diaz li raggiunse e, scorrendo a pugno chiuso dall’alto verso il basso la cravatta a penzoloni sul collo non ancora allacciata come per accarezzarla, per la prima volta sorrise.
La Terra poteva essere salvata.
Sul monitor del Tenente Tom Bailey compariva, dopo tante ricerche da parte di tutto il Team della Sala Operativa del Comando Interforze Internazionale, l’immagine, con tanto di dettagliate istruzioni, del nodo di cravatta perfetto.


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