Nella
Sala Operativa del Comando Interforze Internazionale tutti erano tesi
e concentrati sui monitor, ogni tanto qualcuno si alzava dalla sua
postazione per raggiungere quella del collega chiedendo pareri,
conferme, novità, consigli.
Agli
alti comandi nessun ufficiale superiore voleva prendersi la
responsabilità di relazionare al Comandante Supremo circa le
possibili operazioni strategiche da mettere in atto.
La
vicenda era troppo complessa, la Terra era sotto minaccia, le
tensioni avevano superato ogni limite, la popolazione ancora
all’oscuro iniziava ad intuire qualcosa, tra un mix di complottismo
e verità diverse voci giravano ed agli alti comandi non sapevano più
che pesci prendere, non ci si poteva fidare neanche delle notizie
ufficiali.
Quelle
stesse voci avevano indicano nel Maresciallo Miguel Diaz come colui
che aveva capito cosa fare. Lui aveva la possibile soluzione visto
che conosceva bene la situazione dal momento che l’aveva predetta
anni prima quando nessuno gli diede ascolto prendendolo per pazzo.
Era giunta l’ora di dimostrare al mondo che aveva ragione.
Nella
Sala Operativa del Comando Interforze Internazionale il
Maggiore Consoli si alzò e si diresse presso la postazione del
Capitano Kuznetsov,
si
chinò per osservare il suo monitor ed una goccia di sudore dovuta
più alla tensione che al caldo cadde sulla scrivania del capitano
che nel frattempo scuoteva la testa, i dati presenti sul monitor non
lo confortavano, il Maggiore Consoli sospirò e sempre
curvo in avanti
tornò presso la sua postazione.
Appena
seduto riprese con la mano destra il mouse, solo un secondo per
osservare il monitor e la disperazione prese il sopravvento, con
l’altra mano tra i capelli volse lo sguardo vuoto verso la
tastiera, le lettere iniziarono a sfocarsi e la mente sempre più
confusa sembrava ad un gommone senza remi
e motore
in mare aperto.
La
cabina adibita all’hardware ricavata tramite pannelli nella Sala
Operativa veniva usata anche come spogliatoio, tra server e computer
sempre accesi refrigerati costantemente da un condizionatore, c’era
anche spazio per una sedia ed un paio di armadietti.
Da
lì uscì il Maresciallo Diaz, possente, alto, sulla mezza età,
capelli brizzolati corti e ondeggianti ben tenuti. Si tolse gli
occhiali scuri ed i suoi occhi, spalancati, esprimevano sgomento.
Il
volto era serio, leggermente arrabbiato, convinto di se ma con
pizzico di confusione, vi
erano dei dubbi e
gli uomini della Sala Operativa lavoravano per colmare quel vuoto.
Il
Maresciallo Diaz, uscendo dal
gabbiotto refrigerato, sentì subì l’ondata di calore, aveva
voglia di sbottonarsi la giacca della Grande Uniforme, ma al
contrario, lentamente, allacciò anche l’ultimo bottone.
Serviva
la Grande Uniforme per relazionarsi con il Comandante Supremo e
sarebbe stata la prima volta da
parte di
un sottufficiale
che,
scavalcando sia gli ufficiali che gli ufficiali superiori,
aveva dimostrato di saperne più di tutti.
Si
rimise gli occhiali per mascherare quello sguardo e si pose davanti
allo
specchio, si
osservò e
con la cravatta ancora non allacciata a penzoloni sul collo accarezzò
le spalline con i gradi come per lucidarli
per
poi raddrizzare,
con indice e pollice, il medagliere delle missioni e dei corsi
speciali posto sopra la tasca sinistra della giacca.
All’improvviso
il
Tenente Tom
Bailey, seduto
davanti al monitor, alzò la mano e lo sguardo si diresse verso i
presenti. Eureka, esprimeva il suo volto.
Il
primo a notarlo fu
il Colonnello Dupont che
si alzò.
Lo
seguì
il Capitano
Kuznetsov
che con la punta dell’occhio aveva notato il Colonnello in piedi e,
subito
dopo,
sentendo il rumore dei passi anche il Maggiore Consoli si riprese
dallo
sconforto e
si diresse presso la postazione multimediale del Tenente Bailey.
Ciò
che videro sul monitor del tenente li sorprese, il loro volto
cambiò, si guardarono a vicenda compiaciuti,
piano piano sparì la tensione, anche il Maresciallo Diaz li
raggiunse e,
scorrendo
a pugno chiuso dall’alto verso il basso la cravatta a penzoloni sul
collo non ancora allacciata come
per accarezzarla,
per
la prima volta sorrise.
La
Terra poteva essere salvata.
Sul
monitor del Tenente Tom Bailey compariva, dopo tante ricerche da
parte di tutto il Team della Sala
Operativa del Comando Interforze Internazionale, l’immagine,
con
tanto di dettagliate istruzioni, del
nodo di cravatta perfetto.
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