“Quello
che videro gli scienziati nei laboratori del C.E.R.N. fu sorprendente
quanto fonte di paura, avevano trovato altre dimensioni nelle quali
esistevano nuovi
mondi
vicinissimi
e facilmente osservabili, ma
quello
che sembrava un semplice film da ammirare su uno schermo fu
invece
un
pugno nello stomaco, quei
mondi esistevano in altre dimensioni ma capitava che alcune di esse
erano in comune con le nostre, si era così scoperto che tutti gli
eventi per noi casuali non
sempre lo erano.
Sulla
Terra si diceva che un battito d’ali di farfalla in Cina poteva far
scatenare un uragano in America ma gli scienziati notarono che
quell’uragano
poteva essere causato dal lancio di una navicella spaziale in un
mondo parallelo con una dimensione in comune al
nostro spazio-tempo.
La
visione
della realtà
era sempre stata vincolata dal metodo scientifico, i telescopi
avevano rivoluzionato l’astronomia, i microscopi la medicina e gli
acceleratori di particelle
il modo di vedere le
leggi che governano l’universo,
ma scoprire nuove dimensioni a noi vicine ed a
volte intersecanti
con
le nostre
dava quel senso di causalità a ciò che prima era caos, se si fosse
riuscito a comunicare con quei mondi magari si poteva programmare in
modo tale che l’uragano capitasse in pieno oceano.
L’uragano
è
solo un esempio… Servirebbe
anche
un super computer che analizzi
tutti gli eventi programmati negli
universi paralleli per evitare danni, ma
chiedere
di aggiustare
il tiro per
non avere problemi qui
potrebbe recarli
in un altro universo, insomma non so se un simile progetto sarà
realizzabile in futuro.”
“Noi
ci riusciremo prof.
l’intelligenza artificiale ci sarà d’aiuto.”
“Cari
ragazzi, ma veramente ci avete creduto? Veramente pensate che al
C.E.R.N. abbiano scoperto universi paralleli? A nessuno di voi sono
sorti dubbi?”
Gli
alunni rimasero in silenzio per qualche secondo.
“Io
non ci ho creduto affatto prof.”
“Spiegati
Elisa.”
“Non
esistono universi paralleli, gli eventi accadono qui ed è tutto
correlato, se le cose vanno male è perché qualcuno è passato sotto
una scala od un gatto nero gli ha attraversato la strada.”
La
classe scoppiò a ridere, il professor Ronciglione scrutò Elisa
rimanendo serio senza farsi prendere dalle risate generali.
“Elisa,
forse hai ragione, ma come argomenti ciò che hai appena detto al di
là delle credenze popolari?”
Suonò
la campanella, le lezioni erano finite, tutti si alzarono.
“Ci
penso su e le risponderò domani prof.”
Uscendo
di corsa dalla scuola Elisa si diresse da sola e varcò la soglia di
un nuovo bar ancora chiuso ai clienti, l’attendevano due entità
che la presero e gli staccarono la testa.
Elisa
era un umanoide.
“Hai
visto come ha risposto all’insegnante umano? Come per difendere e
sviare l’attenzione da quella teoria ha posto l’attenzione su
un’altra soluzione basata sui dati che abbiamo su questo pianeta,
ovvero quelle che sono state definite credenze popolari.”
“Vero
collega, interessante anche come la fantasia degli umani attingendo
dalla scienza trovi ragionamenti che poi si rivelano reali senza
saperlo, proprio come gli universi paralleli.”
“Già…
abbiamo imparato tanto su questo pianeta, ora finalmente possiamo
ripartire.”
Le
due entità trascinando su un carrello Elisa fatta a pezzi percorsero
un centinaio di metri, il tutto avvenne in quel bar ancora chiuso al
pubblico, dimensioni invisibili sulla Terra permettevano quegli
enormi spazi.
Entrarono
in un’astronave e la partenza provocò un uragano che mise a
soqquadro la città.
Un
mese dopo il professor Ronciglione rientrò in classe ed osservò un
minuto di silenzio con tutti i compagni di Elisa, unica dispersa per
quel tragico evento ed i compagni ricordando il racconto del
professore la immaginarono in viaggio per mondi su altre dimensioni.