venerdì 21 dicembre 2018

Achille sa come volare



Prova a saltare e ci riesce.
- E’ l’angolazione giusta, - pensa – un equilibrio di potenza e tecnica, saper prendere l’aria e spingerla in basso con metodo, ci riesco, tutto sta nell’uscire da questa bolla, raggiungere l’altezza giusta e poi andiamo avanti come gli uccelli.-
Achille vede in basso gli amici che lo osservano.
- Lo sai fare! - Urla Giulia.
- Che bravo! - Replica Mattia.
Ora, a dieci metri di altezza, Achille vorrebbe andare più in alto, come se una maggiore altezza fosse un’ulteriore sicurezza, ma non osa, come nuotando con armoniose spinte di gambe e braccia va in avanti e gli amici da giù lo seguono camminando con lo sguardo verso l’alto.
Achille dopo un paio di metri inizia a perdere i colpi e lentamente scende, un lentissimo planare che lo riporta a terra.
- E’ solo questione di allenamento, - pensa, - ora ci riprovo e farò più metri in avanti.- Spicca un altro salto e a grandi spinte nel vuoto sale, arriva più in alto, fa più freddo, sente il vento scompigliargli i capelli, la gioia lo pervade e spingendosi ancora più avanti di prima, dopo un po’ riperde la sincronia delle spinte e riscende, è felice, a quanto pare è solo questione di allenamento e può solo migliorare.

Achille si sveglia, sembrava vero ma era solo un sogno.
Va al bagno, si lava, si veste, fa colazione ed esce per andare a lavoro.
Pensa che in fondo era impossibile, l’aria non è come l’acqua, nel sogno era più difficile nuotare nell’aria ma comunque ci era riuscito.
Achille fa spesso questi sogni, pensa e ripensa e la razionalità prende il volo, qual’è la realtà? A questa domanda le risposte si frantumano come fragili bicchieri di cristallo che cadono dal tavolo, sono come un castello di sabbia rinsecchito dal sole che perde i suoi granelli ad ogni colpo di brezza marina.
La razionalità è così fragile, i sogni sono forti e veri.

Achille sa come volare, basta sognare, pensa:

- Anche stanotte ho sognato di volare ed era più vero del pensiero razionale sull’impossibilità di quel volo che sto facendo ora. -

giovedì 13 dicembre 2018

Michael, Google, la dipendenza sportiva ed il mistero del bagnoschiuma scomparso.



- Sono chiuse le docce?
- Si, le stanno ristrutturando Michael, è l’impianto di areazione, credo saranno chiuse per una settimana.
- Vabbè, non correrò, ne risentirà il mio pensiero creativo, di sicuro non muoio se mi astengo per una settimana.
- Sei proprio dipendente Michael, sai quanti invidiano qui la tua sana dipendenza sportiva?
- Beh, si sono drogato e comunque sono ormai tre anni che corro nonostante la lombo sciatalgia, ho trovato il giusto equilibrio e riesco a conviverci, in fondo se mi fermo non credo cambi molto. Ok, per un po’ di giorni non si corre, di sicuro non morirò, avrò meno appetito a tavola e sarò un po' depresso...
- Non ci pensare dai, il tuo lavoro ora?
- Sto sempre lavorando a quell’algoritmo basato sull’intelligenza artificiale, ci siamo quasi, forse tra oggi e domani è finito anche se rimane qualche mistero, a quanto pare l’intelligenza artificiale è più brava con i problemi complicati che quelli semplici, ha un punto di vista diverso dal nostro, sai, cerchiamo di simulare i nostri neuroni ma il vero problema è il nostro cervello che è ancora un mistero per noi.

- Michael non vai a correre oggi?-
- Salve capo, no, hanno chiuso le docce.
- Ah, vero, avevo firmato io la delibera sui lavori, su dai non te la prendere, ecco le chiavi, usa pure lo spogliatoio dei dirigenti, se qualcuno ti dice qualcosa fai il mio nome senza problemi.
- Davvero? Grazie capo! Mi hai salvato!
- Sei tu, con le tue idee, che contribuisci a salvare l’azienda e farla crescere e se le idee ti vengono perché ogni mattina fai una corsetta allora vai tranquillo. È mio dovere farti correre, sei anche d’esempio a tutti quei sedentari con i loro problemi medici.
- Beh c’è anche invidia però, meno male però che ho un capo sportivo che capisce l’importanza dell’attività fisica.
- Lascia perdere dai, vai, tra massimo un’ora e mezza ti voglio a lavoro.
- Ok capo, ma io lavoro anche quando corro, così mi vengono le idee.
- Lo so, vai, dai.

Michael si reca presso lo spogliatoio dei dirigenti del Googleplex, il quartier generale di Google in California, apre la porta, si cambia e parte, una corsetta per le campagne nei pressi di San Jose, è una bella giornata e l’aria fresca del mattino gli riempie i polmoni e gli ossigena il cervello, la fatica fisica lo rilassa mentalmente liberando il genio creativo che è in lui, più tardi, quando meno se lo aspetterà nuove idee e soluzioni spunteranno inaspettatamente nella mente. Michael da giovane era un atleta con discreti risultati e con il passare del tempo aveva trasformato lo sport agonistico in pura attività fisica fatta per passione e stare bene psico fisicamente.
Correva tutti i giorni dal lunedì al venerdì, sempre mezzora seguita da un’altra mezzora di stretching ed esercizi addominali per compensare la lombo sciatalgia che aveva da qualche anno. Un’ulteriore mezzora, se non meno, gli era necessaria per la doccia, cambiarsi e recarsi in ufficio, tutte cose che faceva da abitudinario in automatismi perfezionati e rafforzati nel tempo.
Un rito era dedicato anche al bagnoschiuma travasato mensilmente da un enorme dispenser posto nel suo armadio in ufficio in una bottiglietta più piccola che entrava perfettamente in un taschino interno del suo zaino sportivo.

Abitudinario e creativo Michael, finito di correre si reca presso gli spogliatoi dei dirigenti, apre la porta, si sveste, fa la doccia, si asciuga, si riveste e uscendo richiude la porta a chiave.

- Capo, riecco le chiavi, grazie…
- Tienile pure, a me non servono, le docce vostre saranno chiuse per una settimana, appena le riaprono me le ridai, anzi fatti pure una copia se vuoi, io mi fido di te.
- Grazie capo a dopo…

Michael va nel suo ufficio, ripone l’accappatoio appendendolo nel suo armadio insieme alle altre cose ma nello svuotare lo zaino si accorge che manca la boccetta di bagnoschiuma.
E’ convinto di averla presa con se, svuota tutto lo zaino, controlla perfino all’interno delle scarpe da corsa ma niente, eppure la memoria fotografica gli conferma di aver visto il piatto doccia vuoto, posava sempre il bagnoschiuma all’angolo destro dinnanzi a se dopo essersi insaponato e da lì lo riprendeva terminata la doccia. Gesti abitudinari e automatismi che poi confermava coscientemente tramite la scansione visiva del bordo del piano doccia.
Che fine aveva fatto il bagnoschiuma?
Michael si intestardisce e ripercorre a ritroso il percorso, riapre la doccia e controlla tutti e tre i piani doccia oltre il suo, guarda ogni angolo dello spogliatoio, si inchina per esaminare sotto l’unica panca, nulla.
Sconsolato richiude lo spogliatoio e ritorna in ufficio ripassando nei pressi del capo ufficio per vedere se la boccetta si trovasse per terra da quelle parti.

- Tutto bene Michael?
- Capo un mistero, - Michael sorride sdrammatizzando, - mi è sparito il bagnoschiuma, ho controllato dappertutto… Un mistero.
- Ha a che fare con l’intelligenza artificiale forse.
- Ah ah ah, si, forse siamo noi che viviamo in un algoritmo e la sparizione del bagnoschiuma è un bug del sistema, a forza di studiare l’intelligenza artificiale più di una volta mi è venuto il dubbio che l’universo artificiale in realtà fosse il nostro, costruiamo reti neurali ma non conosciamo del tutto la nostra rete neurale.
- Tutto può essere Michael.
- Vuoi che mando un’email a tutti per vedere se qualcuno lo ha preso e risolviamo il mistero?
- No, no, non è il caso. Se, ma non credo, qualcuno l’ha trovato magari parlando con gli altri esce fuori, non penso che Google sia un’azienda di ladri di bagnoschiuma, fosse poi di marca, era travasato in una boccetta anonima senza targhetta tra l’altro.
- Come vuoi, volevo solo risolvere il tuo bug del sistema…
- Ah ah ah, certo, torno a lavoro, a dopo.

Lo sport tonifica, rilassa e libera la creatività, nel tornare in ufficio Michael ha un lampo di genio, ecco la soluzione ai problemi del suo algoritmo, bastava uscire fuori dagli schemi della programmazione classica e far dialogare più intelligenze artificiali tra loro, lo stesso problema analizzato da più algoritmi veniva poi rielaborato tramite le varie risposte degli algoritmi aumentando l’attendibilità dei risultati.
Questa concetto gli era nato inconsciamente correndo, quel giorno la lombo sciatalgia gli dava meno fastidio e correndo gli sembrava di volare.
In quel momento Michael si sente come se vedesse le cose dall’alto, alza lo sguardo e ridendo torna alle docce, logico, geniale ed abitudinario il creativo di Google ora ricorda che le docce dei dirigenti avevano la mensolina ad angolo ad un metro e mezzo da terra ed è li e non a terra, come era abituato, che si trova il suo bagnoschiuma.