Da
ragazzo mi incuriosì una bancarella di giochi prestigio, comprai
felice come un bambino un
particolare mazzo
di carte dove il 7 di cuori compariva a comando e scoprii come fosse
semplice quel trucco, la
magia stava nella semplicità e già mi immaginavo aspettare il verde
al
semaforo
avendo
il tempo di prendere dal
cassetto del cruscotto il
mazzo di carte e far
scegliere una carta
qualsiasi
alla ragazza di turno che
poi, una
volta
riposata
nel
mazzo,
sarebbe scomparsa
ed
un
minuto dopo ricomparsa
dietro
il vetro posteriore mentre
l’auto
era
già ripartita.
Questo
sbalorditivo effetto l’ho
fatto parecchie volte nel
corso della vita
lasciando impressioni estremamente differenti, ci
fu chi si concesse a me
solo per questa magia e chi, al contrario mi disse scocciata: <<ma
giri sempre con la carta incastrata nel
tergicristallo per fare questo giochino? >> Appunto, si
trattava
della
mia futura moglie, ormai
ero grande, avevo maturato
con
tante
esperienze
alle spalle,
ridendo
gli risposi
semplicemente:
<<...Orson Welles...>> e naturalmente
gli
spiegai il motivo di tale risposta.
Il
poliedrico Orson Welles fu anche un prestigiatore, appassionato di
magia sin
da bambino
aveva le idee chiare su come proporla e soprattutto a chi. Secondo
lui le
donne non erano fatte per la magia, troppo critiche, sempre alla
ricerca del trucco con la paura di farsi fregare dagli uomini.
Io
facevo magia anche per rimorchiare e quando finalmente lessi di Orson
Welles compresi molte delle cose che mi erano capitate in passato con
il gentil sesso.
Per
un
periodo frequentai anche gli ambienti di ufologia, mi attraeva l’idea
di essere visitati dagli abitanti di altri mondi, era
come una religione a matrice scientifica nella quale era bello
credere e,
come
un
po’ tutte
le pseudoscienze, per un periodo ci ho creduto, complotti
compresi.
Un
giorno uscii con una di queste complottiste, un’ufologa giovane e
carina, mi venne in mente Orson Welles e volevo sfidarlo con le
stesse armi, il fatto che Orson Welles riteneva la magia non adatta
alle donne era dovuto ad un episodio che aveva vissuto, un
particolare approccio andato male con una ragazza della quale si era
innamorato, le cose andarono più o meno così.
<<Posso
farti un giochino.>>
<<Ok,
Orson..>>
<<Ecco
un mazzo di carte… scegline una qualsiasi senza guardare>>
<<Prendo
questa>>
<<Bene,
ora guardala, rimettila nel mazzo e ridammelo… Perfetto, ora dove
vuoi che faccia ricomparire la tua carta? Nella tua borsetta o … in
cielo?>>
<<Beh..
ovviamente in cielo...>>
<<Rivoltati
e guarda in alto.>>
Nel
cielo un piccolo aereo ad eliche grazie ad un fumogeno aveva
disegnato un 7
di
cuori, ovvero
la
carta scelta dalla ragazza che,
contrariamente
alle aspettative di Orson, rispose
scocciata: <<
Non so come sapevi del 7
di cuori, forse hai sbirciato o altro, ma addirittura hai affittato
un aeroplano per me e
per fare un giochino
neanche
mi ci hai portato sopra? Ridicolo!>> Per la cronaca quel volo
all’epoca gli costò 75 dollari.
Quel
giorno, passeggiando con la bellissima ufologa mentre parlavamo di…
Ufo, scorsi in cielo con la punta dell’occhio un.. 7, si, le scie
di due aerei incrociate perpendicolarmente formavano il numero 7.
Proprio
in
quel momento mi
balenò in mente l’idea della sfida ad Orson, non avevo con me il
mazzo di carte “Svengali” (questo è il nome tecnico di quel
particolare mazzo se volete comprarlo e divertirvi) ma come
mago conoscevo
bene l’arte del mentalismo.
<<Pensa
velocemente un numero tra 1
e 10,
pensato? Fatto!>>
Parlavamo,
fino a poco prima, di UFO che come tali stavano in cielo e l’idea
del cielo portava a pensare a numeri alti, la
frase fu detta velocemente imponendo subito
a pensare istintivamente e
tale procedimento da come risultato la scelta di numeri particolari
come il 3 ed il 7,
la frase,
inoltre,
la
dissi mentre
la puntavo con l’indice sinistro che immediatamente abbassavo
allargando il pollice formando con le due dita il numero 7 proprio
dinnanzi i suoi occhi.
Non
le chiesi il numero pensato, sapevo che la scelta era quella, ne
ero convinto, questo è uno di quei giochi che riesce solo se sei
convinto che riesca.
<<Voltati
e guarda in cielo...>> ‘Orson Welles ti ho battuto,’
pensavo, ‘stasera ti faccio vedere..’
Stravolgendo
le mie aspettative lei mi rispose: <<Scie chimiche, cazzo! Chi
sei? Mi hai manipolato la mente grazie alle scie chimiche!
Maledetto!>> E scappò via lasciandomi incredulo a bocca
aperta. Quella delle “scie chimiche” che influenzano la mente era
una delle mode del momento tra i complottisti.
Beh,
ero giovane e volevo una vita strana ai limiti della realtà, non
solo, ero convinto che anche l’amore dovesse essere fuori dai
canoni
per
considerarsi tale, non pensavo che in fondo l’amore fosse
soprattutto semplicità e
non aveva bisogno di tutta questa magia che come Orson Welles cercavo
anche
nella
maestosità del
cielo.
Ora
che l’ho capito, felicemente sposato con due figli mi sento
veramente di volare.