martedì 3 luglio 2018

Cum grano salis



- Ma allora sei amico mio solo perché ho uno zio falegname?
- Che centra, se ora stai qui con me è perché abbiamo un fine in comune, la stessa passione, la stessa idea.
- Si vero, da anni volevo farlo ma non sapevo come.
- Ah, allora sei amico mio solo perché ti ho spiegato quanto è semplice ciò che ti pareva assurdo.
Marco ride a quest’ultima battuta di Andrea mentre si inchina e apre il sacco nero in una notte di giugno di anni fa all’alba del nuovo millennio.
Ridacchiando mette a tracolla una corda che termina da destra a sinistra con una tavola lunga poco meno di un metro e mezzo proprio davanti ai suoi piedi.
- Forse la tavola è troppo lunga?
- No, no, è perfetta, tuo zio ha fatto un ottimo lavoro, bene, questo è più o meno il centro, iniziamo, corda numero uno…
Andrea tira fuori dal sacco una busta con scritto sopra ‘ 1 ’, la apre ed estrae una corda, trattiene un capo mentre da l’altro capo a Marco.
- Dai, iniziamo che domani tutti parleranno di noi.
Marco sorride e si incammina con la tavola sotto braccio finché la corda diventa tesa, riposiziona nuovamente la tavola a terra ed inizia.
Passano poi alla corda numero due, poi alla tre, alla quattro finché non terminano tutte e dodici le corde, ci mettono in tutto meno di un’ora, alcune corde servivano solo per prendere semplici distanze e quindi il loro utilizzo impiegava appena due minuti.
- Come sarà venuto?
- Come nel progetto, abbiamo seguito tutte le procedure passo dopo passo. Ora è buio e non si vede niente, dobbiamo aspettare domani, andiamo, fai attenzione mi raccomando.

I due amici raggiungono la macchina, mettono tutto nel portabagagli e poi partono, percorrono appena due chilometri e parcheggiano dinnanzi la casa di Marco dove Andrea è suo ospite, stanchi morti vanno a dormire.
- Cum grano salis.
- L’ho sentita questa frase, detto latino?
- Plinio il vecchio letteralmente voleva dire ‘con un pizzico di sale’ per la ricetta di un antidoto, ma ha cambiato significato e ora significa più o meno ‘con un pizzico di buon senso’ o ‘usando la testa’ ovvero ‘avere il sale in zucca’.
- Già, un pizzico di buon senso, ma la gente vuole sognare, - risponde Marco, - comunque il grano non centra niente.
- Vero, - annuisce Andrea, - ma se questa espressione ha cambiato significato in passato non può cambiarlo di nuovo e metterci in mezzo anche il grano?
Pausa, i ragazzi si sdraiano.
- Si sono fatte le quattro del mattino, pensiamo a dormire…
- Ok, buona notte…

Il rombo di un elicottero sveglia i ragazzi, è mezzogiorno passato.
- Abbiamo dormito come sassi.
- Hai ragione, che dormita... Andrea lo senti? Andiamo a vedere se è per noi.
I due ragazzi senza fare colazione si rivestono velocemente e corrono verso la macchina, accendono il motore e ripercorrono quei due chilometri.
- Guarda l’elicottero, sta girando proprio li sopra.
Si avvicinano.
- Marco, guarda quanta gente, parcheggia, dai andiamo a vedere.
Parcheggiano, scendono dall’auto e si incamminano.
In lontananza vedono un tizio che appoggia sul terreno quella che sembra una bussola, un altro con un metal detector, un altro con in mano quello che dal rumore assomiglia ad un contatore geiger.
Poi giornalisti, tv locali e nazionali, i due ragazzi si guardano sbalorditi, si avvicinano ma un altro personaggio li intima: - per favore state lontano, stiamo studiando la situazione, magari la zona è radioattiva.
Marco e Andrea hanno un po’ paura per quello che hanno combinato, girano li intorno e dopo un paio di minuti se ne vanno.

- Basta una corda per fare un cerchio, una semplice corda per fare quella splendida curva dall’apparenza divina e noi di curve ne abbiamo fatte più di una.
- Si, vero Marco, le cose complesse si realizzano con semplicità.
- Che abbiamo fatto… - Risponde Marco titubante.
- Nulla, cavalcato solo l’onda, tutti ci credono ed ad ognuno la propria realtà, noi partecipiamo solo alla creazione di quella realtà, siamo solo artisti, modellatori della realtà, è solo l’ultima frontiera di quella che viene chiamata Land Art.
- Hai visto quel tipo in mezzo al campo? E’ lui il presidente del Centro Ufologico Nazionale.
- Si, l’avevo notato, ih ih ih, che centrano gli UFO,
- Ih Ih Ih, gli UFO,,,, che cazzo centrano gli UFO.. ah ah ah..
- Crop circle fratello.
- Crop Circle… anzi… Cum grano salis... brother!


I crop circle chiamati anche pittogrammi, agroglifi o più comunemente cerchi nel grano, sono un fenomeno di Land Art che ha avuto il suo massimo apice agli inizi del nuovo millennio anche grazie a film come “Sign” di Night Shyamalan dove le pseudoscienze ed in particolare l’ufologia vennero dichiarate come causa ed effetto di questo fenomeno.
Cum grano salis” è il titolo del libro di Margherita Campaniolo, un testo che non mancherà di suscitare controversie fra i “veri credenti” ( http://www.margheritacampaniolo.it/cumgranosalis.htm ).
Ho solamente preso solo spunto dal titolo di questa opera per descrivere una storia vera, due ragazzi appassionati di UFO che, dopo aver studiato come operano i circle maker, ovvero i creatori dei cerchi nel grano, volevano dimostrare a loro stessi di avere ragione.
Spesso la verità sta nella semplicità.

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