mercoledì 10 ottobre 2012

FIORI VERI




Proprio quando aveva rinunciato a crearsi una famiglia vedendo ormai la propria vita come una strada da percorrere tra avventure, esperienze e spettacoli da protagonista, Pierfrancesco conobbe Giada e, nel giro di 3 anni, si ritrovò con due bimbi svegli e vivaci, che non lasciavano più tempo ai due innamorati e neanche per se stessi.
Per questo Pierfrancesco viveva il suo amore nei pochi momenti rimasti liberi e tra questi vi erano i sogni.
La notte si apriva quel mondo dell’inconscio dove i figli magicamente sparivano e rimanevano le ansie, le paure, la gioia e l’euforia di una coppia sempre in gioco con se stessa.
La coppia che nella vita reale non aveva mai avuto tempo di pensare alla sua fondamentale essenza si ripresentava nelle fantasie oniriche di Pierfrancesco confrontandosi senza le distrazioni della famiglia.
Situazioni costruttive che accrescevano l’amore e l’affetto, anche se era solo un sogno.
Nei sogni di Pierfrancesco sia lui che Giada si prendevano, si lasciavano, litigavano e si ritrovavano l’uno di fronte all’altra nudi nel loro essere, aperti nel loro comprendersi ed amarsi.
Pierfrancesco così la mattina si svegliava, andava a lavoro a volte malinconico, a volte felice, e poi, tornando a casa, passava dal fioraio e sceglieva i migliori fiori per Giada, se non era per i suoi sogni non avrebbe mai avuto tempo per pensarci.



lunedì 13 agosto 2012

Equilibrio


Antonio, funambolo equilibrista, lentamente, passo dopo passo, era giunto a metà del suo percorso. Quel punto della corda, la metà precisa, era il più pericoloso, anche se tesa era pur sempre un’altalena che oscillava rendendo il tutto più difficile e la vera sfida era mantenere la calma e lasciar andare quegli automatismi allenati nel tempo che, con piccoli movimenti, compensavano il pericolo con l’euforia.
Finito lo spettacolo Antonio se ne andò a casa ma d’avanti alla porta mettendo le mani in tasca non trovò le chiavi, disperato rifece tutta la strada indietro fino al Circo, inutilmente, esausto si sdraiò stanco su una panchina del parco in una calda sera d’estate e si addormentò.
Si svegliò il mattino scoprendo di non avere più il portafoglio, derubato nella notte andò di corsa alla stazione di polizia dove scoprì con sorpresa altrettanti ed innumerevoli casi di smarrimento di chiavi e furti di portafogli, persone con le stesse esperienze che dopo la disperazione iniziale se ne erano fatti una ragione.
Non si sentì più solo nella sfortuna ed anche lui se ne fece una ragione.
Antonio aveva capito che l’essere umano era fatto per trovare un equilibrio, anche se costretto a camminare su una corda.
Ma anche quella era un’illusione.
E come ogni essere umano, si rese conto dell’illusione di un mondo tutto suo, creato apposta e plasmato su se stessi al fine di ritrovare l’equilibrio.
Ognuno, convinto di essere al centro dell’universo vedeva tutti gli altri in bilico, bastava un soffio per farli cadere dalla corda.
Ritornando a casa, alla luce del sole, sorprendentemente ritrovò le chiavi cadute ai margini del marciapiede, pochi istanti dopo la polizia lo chiamò spiegando di aver recuperato il portafoglio con tutti i documenti e le varie carte di pagamento, mancavano solo pochi spiccioli.
Contentissimo, la sera al Circo, durante il solito numero della corda, fingendo di cadere, Antonio decise di saltare, tra le urla di stupore del pubblico finì sulla rete di protezione che lo accolse dolcemente.
Sdraiato guardava in alto immaginando le stelle che stavano oltre il tendone mentre immaginava lo stupore del pubblico preoccupato o divertito e solo così si ritrovò di nuovo in equilibrio con se stesso.