Accadde due secoli fa, un
violento virus contagiò solo i maschi, a quell’epoca tutto il
genere umano era diventato immune ad antibiotici ed antivirali a
causa dell’eccessivo utilizzo di questi medicinali negli anni
passati.
Per
selezione naturale solo i virus peggiori sopravvissero e pian piano,
per cause del tutto sconosciute, modificarono solo il DNA dei maschi,
ogni nuovo nato verso l’età dei 7 anni iniziava a presentare segni
di demenza e Alzheimer.
Ora
i maschi venivano utilizzati solo per la riproduzione, era solo un
ricordo quel passato nel quale governavano il mondo.
Visto
che non vi erano femmine che accettavano di accoppiarsi con maschi
dementi ci fu il crollo demografico e si formò una civiltà rurale
costituita da piccoli villaggi separati da ampi spazi dove la natura
aveva ritrovato il suo posto.
Solo
per punizione per aver commesso reati le donne venivano con la forza
costrette ad accoppiarsi per poi portare a termine la gravidanza, se
nasceva un maschio erano obbligate ad allevarlo fino ai 12 anni dove
poi veniva esiliato nei ghetti maschili, se invece nasceva femmina
veniva subito strappata alla madre che in quanto detenuta non la
meritava ed affidata ai centri di crescita ed educazione secondo i
principi femministi della nuova era.
L’era
delle Amazzoni.
La
gabbia misurava 2 x 1,5 metri ed alta solo 1,7 metri, Lara era stata
denudata e spinta con forza dentro dove l’aspettava il maschio,
alto e chino perché più alto di quel misero metro e settanta.
Le
due guardie amazzoni, sistemate esternamente ai due angoli opposti
della gabbia, osservavano da fuori, si assicuravano che la femmina
non si ribellasse, in quel caso le spettavano 10 frustrate ed in caso
di recidività l’impiccagione.
Lara,
che aveva rubato delle mele al mercato solo per fame, conosceva
queste regole, si rannicchiò ad un angolo e tremante osservò in
faccia il maschio che stranamente accennò un sorriso che tentava di
rassicurarla.
La
ragazza consapevole di non avere scampo si rivoltò a tergo
inginocchiandosi fino toccare con il seno le cosce offrendosi
mostrando le curve delle natiche.
Il
maschio lentamente si appoggiò su di lei, gli accarezzò le spalle,
il collo e poco dopo iniziò pian piano a penetrarla.
Lara
fece un piccolo gemito, iniziò a lacrimare ma si aspettava di
peggio, più violenza, rimase sorpresa dei lenti movimenti di lui e
subito dopo sentì il suo sospiro sull’orecchio destro.
- Shhh.. Tranquilla.. Io non sono come gli altri.. -
Lara
di colpo spalancò gli occhi e si mise a fissare una formica
all’angolo della gabbia, sentiva, nello smuoversi avanti e
indietro, il peso di lui diventare dolce.
Lara
non capiva più niente. Che era successo? Aveva parlato! Quell’uomo
gli aveva sussurrato una frase di senso compiuto!
E’
impossibile, gli uomini non parlano.
La
ragazza alzò la testa come per dire qualcosa ma lui si chinò
nuovamente su di lei:
- Shhh.. Ti spiegherò tutto
dopo se collabori.. –
Lara
obbedì ed inaspettatamente sentì smuoversi in lei non un animale ma
un’anima, dei pensieri, una parte mancante di cui ora
improvvisamente sentiva bisogno e desiderio, erano sensazioni nuove,
provò eccitazione, piacere.
Tenne
tutto dentro mordendosi le labbra, le due guardie amazzoni fuori
dalla gabbia non dovevano notare nulla di diverso che non fosse la
violenza di un maschio demente su una donna.
L’uomo
completato l’amplesso si sdraiò su di lei appoggiando la testa
sulle sue spalle.
‘Ora
apriranno la gabbia e me lo leveranno da dosso’, pensò Lara, ma
al contrario le due guardie se ne andarono lasciandoli soli.
Il
maschio si alzò:
- Abbiamo poco tempo. –
- Che succede? Perché non ti portano via? Perché parli? Mi capisci? –
- Vogliono che io mi accoppi con te una seconda volta, torneranno tra mezz’ora, che fai? Rimani qui o vieni via con me? –
Il
maschio tirò fuori dalla bocca una chiave che teneva tra la
mascella e i denti e si precipitò ad aprire la porta.
- Che fai allora? Vieni? –
Lara
d’istinto lo seguì, la gabbia era posta in un cortile vicino le
mura di cinta della prigione, erano mura facili da scavalcare visto
che la gabbia di per se era già un mezzo di detenzione sufficiente,
il maschio con un saltò arrivò con le mani sopra il muro e una
volta sopra si allungò per afferrare la mano di lei aiutandola a
scavalcarlo.
Iniziarono
a correre nella foresta, allo stremo delle forze proprio quando la
boscaglia terminò trasformandosi in un’infinita prateria, ebbero
la fortuna di incontrare un cavallo selvatico, l’amazzone sapeva
bene come domarlo e ci mise poco per farlo.
Mentre
accarezzava la criniera del cavallo ormai docile ed ubbidiente Lara
fissò nuovamente lo sguardo assicurante di quel tipo, avrà avuto
poco meno di 30 anni, alto, moro, occhi grandi, qualche accenno di
barba ma ben curata.
- Come hai rimediato le chiavi della gabbia? –
- Beh, è stato semplicissimo, stavano su un tavolino, credevano che non capissi che quel pezzo di metallo servisse per aprire le porte. -
- Ah.. Comunque io.. Mi chiamo Lara.. Tu come ti chiami?.. –
- Non ho un nome, nessuno di noi ha mai avuto un nome.. Maschio, chiamami Maschio. -
I
due, completamente nudi su un cavallo bianco, continuarono la fuga.
Seguendo
il sole rosso al tramonto, mirando a nuovi ed inesplorati orizzonti,
erano pronti a sfidare sorte e destino in un mondo tutto da
riscoprire.
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Avete
appena letto il riassunto dell’episodio pilota
della
celebre serie: “La fine dell’era delle Amazzoni”
trasmessa
nel 2619 e basata sui noti fatti del 2518
a
seguito della famosa epidemia del 2317.