venerdì 20 luglio 2018

Ero il mago del cielo.



Da ragazzo mi incuriosì una bancarella di giochi prestigio, comprai felice come un bambino un particolare mazzo di carte dove il 7 di cuori compariva a comando e scoprii come fosse semplice quel trucco, la magia stava nella semplicità e già mi immaginavo aspettare il verde al semaforo avendo il tempo di prendere dal cassetto del cruscotto il mazzo di carte e far scegliere una carta qualsiasi alla ragazza di turno che poi, una volta riposata nel mazzo, sarebbe scomparsa ed un minuto dopo ricomparsa dietro il vetro posteriore mentre l’auto era già ripartita.
Questo sbalorditivo effetto l’ho fatto parecchie volte nel corso della vita lasciando impressioni estremamente differenti, ci fu chi si concesse a me solo per questa magia e chi, al contrario mi disse scocciata: <<ma giri sempre con la carta incastrata nel tergicristallo per fare questo giochino? >> Appunto, si trattava della mia futura moglie, ormai ero grande, avevo maturato con tante esperienze alle spalle, ridendo gli risposi semplicemente: <<...Orson Welles...>> e naturalmente gli spiegai il motivo di tale risposta.
Il poliedrico Orson Welles fu anche un prestigiatore, appassionato di magia sin da bambino aveva le idee chiare su come proporla e soprattutto a chi. Secondo lui le donne non erano fatte per la magia, troppo critiche, sempre alla ricerca del trucco con la paura di farsi fregare dagli uomini.
Io facevo magia anche per rimorchiare e quando finalmente lessi di Orson Welles compresi molte delle cose che mi erano capitate in passato con il gentil sesso.
Per un periodo frequentai anche gli ambienti di ufologia, mi attraeva l’idea di essere visitati dagli abitanti di altri mondi, era come una religione a matrice scientifica nella quale era bello credere e, come un po’ tutte le pseudoscienze, per un periodo ci ho creduto, complotti compresi.
Un giorno uscii con una di queste complottiste, un’ufologa giovane e carina, mi venne in mente Orson Welles e volevo sfidarlo con le stesse armi, il fatto che Orson Welles riteneva la magia non adatta alle donne era dovuto ad un episodio che aveva vissuto, un particolare approccio andato male con una ragazza della quale si era innamorato, le cose andarono più o meno così.
<<Posso farti un giochino.>>
<<Ok, Orson..>>
<<Ecco un mazzo di carte… scegline una qualsiasi senza guardare>>
<<Prendo questa>>
<<Bene, ora guardala, rimettila nel mazzo e ridammelo… Perfetto, ora dove vuoi che faccia ricomparire la tua carta? Nella tua borsetta o … in cielo?>>
<<Beh.. ovviamente in cielo...>>
<<Rivoltati e guarda in alto.>>
Nel cielo un piccolo aereo ad eliche grazie ad un fumogeno aveva disegnato un 7 di cuori, ovvero la carta scelta dalla ragazza che, contrariamente alle aspettative di Orson, rispose scocciata: << Non so come sapevi del 7 di cuori, forse hai sbirciato o altro, ma addirittura hai affittato un aeroplano per me e per fare un giochino neanche mi ci hai portato sopra? Ridicolo!>> Per la cronaca quel volo all’epoca gli costò 75 dollari.
Quel giorno, passeggiando con la bellissima ufologa mentre parlavamo di… Ufo, scorsi in cielo con la punta dell’occhio un.. 7, si, le scie di due aerei incrociate perpendicolarmente formavano il numero 7.
Proprio in quel momento mi balenò in mente l’idea della sfida ad Orson, non avevo con me il mazzo di carte “Svengali” (questo è il nome tecnico di quel particolare mazzo se volete comprarlo e divertirvi) ma come mago conoscevo bene l’arte del mentalismo.
<<Pensa velocemente un numero tra 1 e 10, pensato? Fatto!>>
Parlavamo, fino a poco prima, di UFO che come tali stavano in cielo e l’idea del cielo portava a pensare a numeri alti, la frase fu detta velocemente imponendo subito a pensare istintivamente e tale procedimento da come risultato la scelta di numeri particolari come il 3 ed il 7, la frase, inoltre, la dissi mentre la puntavo con l’indice sinistro che immediatamente abbassavo allargando il pollice formando con le due dita il numero 7 proprio dinnanzi i suoi occhi.
Non le chiesi il numero pensato, sapevo che la scelta era quella, ne ero convinto, questo è uno di quei giochi che riesce solo se sei convinto che riesca.
<<Voltati e guarda in cielo...>> ‘Orson Welles ti ho battuto,’ pensavo, ‘stasera ti faccio vedere..’
Stravolgendo le mie aspettative lei mi rispose: <<Scie chimiche, cazzo! Chi sei? Mi hai manipolato la mente grazie alle scie chimiche! Maledetto!>> E scappò via lasciandomi incredulo a bocca aperta. Quella delle “scie chimiche” che influenzano la mente era una delle mode del momento tra i complottisti.
Beh, ero giovane e volevo una vita strana ai limiti della realtà, non solo, ero convinto che anche l’amore dovesse essere fuori dai canoni per considerarsi tale, non pensavo che in fondo l’amore fosse soprattutto semplicità e non aveva bisogno di tutta questa magia che come Orson Welles cercavo anche nella maestosità del cielo.
Ora che l’ho capito, felicemente sposato con due figli mi sento veramente di volare.

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