venerdì 21 ottobre 2011

L'illusione di Marco


Marco era nostalgico del passato.
Ricordava l’infanzia come il periodo più bello della vita.
Ogni cosa era una scoperta e Marco in quel periodo ne aveva fatte di scoperte, belle e brutte.
Ora scacciava il presente rifugiandosi nella paranoia.
Lo psicologo gli aveva consigliato di comprarsi una batteria e mettersi a suonare come faceva da bambino.
E così aveva fatto.
Marco aveva avuto delle storie con delle ragazze, prima due universitarie che una volta laureate l’avevano lasciato e poi con una donna vedova dell’est che una volta riuscita a portare la figlia in Italia e ritrovare una certa indipendenza aveva scelto, con una lettera, di dirgli ciò che non sarebbe mai riuscita con le parole.
Ora Marco conviveva con una donna più giovane e sognava un futuro insieme a lei.

Un giorno sono andato a trovarlo e abbiamo fatto una passeggiata.
Dei bambini osservavano quei due adulti che camminavano.
Anche noi da bambini osservavamo gli adulti.
Da bambini sognavamo di essere adulti non allo stesso modo di come noi adulti sogniamo di tornare bambini.
Marco era bambino e la sua vita futura, per come l’aveva vissuta fino ad ora, non l’avrebbe mai sognata.
Non avrebbe mai sognato che tutto questo sarebbe stato una guerra con il mondo e con se stesso.
Un rimettersi in gioco continuamente nei momenti più impensabili, fare scelte e spesso pentirsene, trovarsi nel posto sbagliato per pochi centimetri e perdere il treno giusto per pochi secondi.
Era paranoico per il passato ma faceva bene, nel passato ritrovava la pace, sia nelle esperienze belle che in quelle brutte e Marco voleva la pace.
Ma anche questa era un’altra illusione.
Se il mondo che sognavamo non era questo, da bambini, in verità, non avevamo mai pace ma questo ora non lo vedevamo più.
Era quello il modo migliore per crescere.
Era quello il modo migliore per disilludersi.
Marco, la pace di quel periodo è un’illusione!


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